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domenica 23 gennaio 2011

Siamo due studentesse universitarie, Rosalia e Valentina (corso di laurea Scienze della Formazione Primaria). Seguendo le lezioni del corso di Pedagogia Speciale tenute dal Prof. Nicola Cuomo, abbiamo deciso di aprire questo blog perchè possa rappresentare un collegamento tra il mondo della scuola e quello dell'università e possa fornire contenuti e strumenti per la diffusione del metodo "Emozione di Conoscere e Desiderio di Esistere".

                                                   

sabato 22 gennaio 2011

Il metodo "Emozione di conoscere"

                                                                                                         
Il metodo "Emozione di conoscere" ha come stile di orientamento e intervento della Pedagogia Speciale il fatto di inquadrare l'apprendimento come una serie di attività complesse, articolate e forti sul piano affettivo. L'apprendimento non deve essere considerato come un susseguirsi di meri e frammentati esercizi ma una maturazione qualitativa dell'esperienza, rivolta a far nascere l'emozione di conoscere e il desiderio di esistere. Tale metodo è ormai da più di trent'anni il riferimento metodologico ed epistemologico usato da docenti e ricercatori di tutto il mondo

L'importanza del gioco

Il gioco è una componente fondamentale dal punto di vista affettivo-relazionale e  un potente mezzo di integrazione per bambini con difficoltà speciali,  perchè permette l'espressione di una parte del proprio sè in costruzione.

Attraverso il gioco, infatti, il bambino inizia a comprendere come funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati oggetti, si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità e di regole di comportamento che vanno rispettate. L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste  due realtà. Le attività ludiche a cui i bambini si dedicano si modificano via via, di pari passo con il loro sviluppo intellettivo e psicologico, ma rimangono un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo, in tutte le fasce d'età.

venerdì 21 gennaio 2011

La lente d'ingrandimento.....

Tutti i bambini hanno il diritto di andare a scuola, di sedere tra i banchi e sentirsi apprezzati per quello che si è e non per quello che si vorrebbe che essi fossero...soprattutto per quanto riguarda quei bambini con difficoltà speciali. La loro integrazione all'interno del gruppo classe è fondamentale, considerando che dovranno passare almeno cinque anni in quel contesto, le cui valenze affettive e sentimentali saranno importanti per un
regolare sviluppo...
Un bambino con disabilità è una parte integrante del gruppo ed una risorsa per esso, in quanto è una lente d'ingrandimento per le problematiche relative all'insegnamento...i percorsi educativi che saranno proposti dovranno tener conto della sua presenza, anzi partire da lui per essere applicati a tutto il gruppo classe, salvaguardando l'originalità di ciascuno. Insegnare ai bambini che il diverso non deve spaventare e spingere nella direzione opposta in quanto  il mondo non necessariamente gira come pensiamo, dipende dai punti di vista che si utilizzano per osservare le cose....dunque guardare il mondo con gli occhi degli altri...saranno queste le premesse per creare una società migliore....

La dimensione laboratoriale




La dimensione laboratoriale riveste un ambito molto importante nell'insegnamento e nei processi di apprendimento. Le caratteristiche percettive ed evocative di ogni bambino vengono sollecitate dalle diverse attività proposte, lo sviluppo sensoriale viene favorito attraverso l'utilizzo di ogni canale percettivo . Il contesto così costituito è vissuto e riconosciuto da tutti, facilitando l'apprendimento con percorsi motivanti e situazioni stimolanti

mercoledì 19 gennaio 2011

Un'avventura fantastica!


Ogni contenuto può essere trasmesso ai bambini, l'importante è che esso non sia ripetitivo e passivo e che soprattutto sia supportato da un parallelo emotivo....Perchè non insegnare i colori in una narrazione, in una rappresentazione e in un percorso?
Gli esempi che ci dimostrano come questo sia possibile, sono tanti....basta usare dell'inventiva e tener sempre presenta che chi ascolta è un bambino... e che anche noi siamo stati bambini...
I colori perchè utilizzarli solo nell'area specificatamente artistica? Possono servire per descrivere uno stato d'animo, per fare dei riferimenti o dei simboli per orientarsi...
Ogni bambino userà strategie proprie per ricordare e per imparare.....noi dobbiamo solo indicargli la strada che lo porterà a vivere un viaggio avventuroso verso la conoscenza ...
Buon viaggio piccolo ometto!

martedì 18 gennaio 2011

Ogni bambino ha un proprio vissuto..

Ogni bambino ha un proprio bagaglio di esperienze da cui non si può prescindere per la realizzazione di interventi educativi aventi come finalità l'apprendimento.
Mi sembra di poter fare un collegamento con la storia di Heidi, un cartone animato della mia generazione, una bambina vispa, vivace e perspicace che impara a leggere non durante le noiosissime lezioni del suo maestro dove le lettere sono un qualcosa di scollegato da imparare a memoria, ma grazie ad un libro con le immagini delle montagne, le sue montagne....con tutti i suoi ricordi che affiorano in un turbinio di emozioni...e questa emozione sulle ali dell'immaginazione porta all'apprendimento...